PULIRE, DISINFETTARE, SANIFICARE…CHE CONFUSIONE
TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE IN AMBITO SANIFICAZIONE AI TEMPI DEL COVID-19
In questi ultimi due mesi, il Virus Covid-19, ha causato dei danni enormi, alla salute fisica (e mentale) delle persone, all’economia ed alla società in genere.
Allo stesso tempo si è creata una maggiore sensibilità su argomenti che sono stati spesso troppo trascurati.
In particolare, uno di questi riguarda senza dubbio la SANIFICAZIONE.
Sanificazione in senso più generico è sinonimo di disinfezione. Consiste in tutte quelle operazioni che consentono di eliminare germi patogeni (nocivi per l’uomo) e virus presenti sulle superfici e nell’ambiente.
Questa definizione porta a chiederci che significato ha, in pratica, mettere in sicurezza l’ambiente di lavoro; quali sono i prodotti, gli strumenti, le metodologie, i protocolli che si possono utilizzare mettendoci in sicurezza e rispettando le linee guida indicate dal Ministero della Salute.
Con il decreto di marzo 2020 il Ministero indica di utilizzare come prodotti per la disinfezione e protezione da covid-19 i seguenti prodotti:
- Cloro in diluizione minima 0,5%
- Perossido di idrogeno in diluzione minima dell’1%
- Alcool in diluzione minima del 70%
Il Ministero indica anche precisi tempi di contatto da rispettare per una efficace azione virucida dei sopracitati elementi.
Il risultato di questa comunicazione è che il pensiero generale porta a credere, che una volta pulito utilizzando “varechina”, acqua ossigenata o alcool, tutto sia completamente sanificato o in regola.
Reputo che ci sia troppa confusione e semplificazione sull’argomento.
Ciò è un problema per l’utente finale che è confuso, spaventato, e non sa agire in maniera corretta per proteggersi in sicurezza dando vita a comportamenti poco corretti e pericolosi.
Dopo 21 anni, che opero nel settore della detergenza, che studio, applico, mi interesso per dare sempre il migliore dei supporti e dei servizi ai miei clienti, sento il dovere di fare un po’ di chiarezza.
Andiamo con ordine.
Vi riporto, a questo proposito, il mio ultimo incontro con un cliente rispetto a questo argomento.
Si parlava di sanificazione e disinfezione e protocolli da applicare all’apertura delle attività.
Stavo spiegando che disinfettare è fondamentale, ma lo diventa ed è efficace solo dopo aver fatto la pulizia.
Cliente: “Ma come, PULIRE E DISINFETTARE/SANIFICARE non sono la stessa cosa?”
Rudi: “No, non lo sono. Sono due cose diverse. Complementari ma diverse. Non esiste sanificazione senza prima la pulizia!”
Cliente: “Questo significa, quindi, che se io spruzzo l’alcool sopra una superficie sporca la disinfezione non avviene?”
Rudi: “Proprio così! Vediamo insieme. Pulire significa togliere ogni elemento estraneo dalla superficie al fine di farla ritornare allo stato originale, mantenendola e preservandola nel tempo.”
Così gli ho spiegato che lo sporco è quell’elemento estraneo che “contamina” la superficie, e che può essere di 3 tipi:
- Polvere
- Sporco Magro (calcare)
- Sporco Grasso (oli minerali e sintetici o grasso animale)
Lo sporco e la polvere sono dei “fantastici” veicoli per batteri (anche patogeni) e virus.
Questo significa che un ambiente sporco, non pulito con regolarità, è sicuramente un ambiente che si presta più facilmente a contaminazioni. Un ambiente pulito si definisce anche igienizzato, proprio perché, un alto grado di pulizia, permette anche un alto grado di igiene (mancano i veicoli per l’espansione di virus, batteri, muffe, spore ecc.)
Dopo aver pulito, dove è necessario, posso quindi effettuare l’operazione di sanificazione/disinfezione.
Questa operazione consiste nell’usare prodotti certificati dal Ministero della Sanità come Presidi Medici Chirurgici, o prodotti che non sono iscritti in tale registro ma hanno i principi attivi simili (che esplicano la stessa funzione di abbattimento della carica batterica e/o virale).
Così ho continuato a spiegare che tra i disinfettanti/sanitizzanti più usati ci sono i sali quaternari di ammonio; i prodotti a base alcool; i prodotti a base cloro; i prodotti che contengono perossido di idrogeno (oltre ad altri che in questo caso non serve citare).
“E l’ozono?” mi torna a chiedere lui ancora con aria interessata ed anche un po’ maliziosa.
Gli rispondo: “L’ozono richiede un paragrafo a parte che nel caso tu sia interessato, sarò lieto di approfondire. Intanto, ti posso rispondere rispetto a questa situazione legata al COVID-19”.
E così continuo.
Il Ministero della Salute indica attualmente, quali elementi da utilizzare per la sanificazione/disinfezione, i tre sopracitati elementi: cloro – perossido di idrogeno (ossigeno attivo) – alcool. Per esplicare una efficace azione disinfettante/sanificante, è necessario prima pulire e poi utilizzare uno di quei prodotti, nelle concentrazioni richieste e soprattutto per il tempo di contatto necessario.
Il mio cliente un po’ sorpreso mi risponde: “Ma come, io pensavo che pulire con l’alcool la scrivania eliminasse tutti i virus!”
“Come ti ho spiegato prima, se la scrivania è sporca e usi l’alcool, magari passando con un pezzo di carta o panno microfibra, non stai disinfettando perché agisci sullo sporco. Inoltre, per essere efficace, serve un tempo di contatto adeguato del principio attivo sulle superfici. Quindi sia che si usi candeggina, perossido o alcool, è necessario un tempo di contatto adeguato ad inattivare gli eventuali virus presenti sulla superficie.”
Spiegato questo, siamo pronti per fare un passaggio ulteriore.
Precedentemente, nella definizione di pulizia, ho indicato che, oltre al togliere lo sporco, è importante “mantenere e preservare” la superficie trattata nel tempo. È molto importante, quindi, scegliere il giusto prodotto ed il giusto disinfettante per le superfici da trattare.
Ad esempio, il cloro va bene se usato in un ambiente dove c’è acciaio, ma non va bene sui tessuti (a meno che non siano bianchi), perché li sbianca; non va bene sull’alluminio perché a lungo andare lo rovina; non va bene sul legno perché anch’esso è sensibile sia al cloro, sia all’acqua.
L’alcool per esempio, poiché infiammabile, è opportuno limitarne l’uso e, utilizzarlo solo in spazi ben ventilati ed in assenza di impianti elettrici o a motore in funzione. L’uso prolungato e ripetuto dell’alcol etilico, inoltre, può causare scolorimento, rigonfiamenti, indurimenti e screpolature sulle superfici di gomma e di alcune materie plastiche.
Con rinnovato interesse il cliente a questo punto mi chiede: “Tutto molto chiaro adesso Rudi. Ora ho bisogno anche di alcune delucidazioni sull’ozono. I social sono pieni di pubblicità relativa ad apparecchiature che generano ozono. Chiunque in questo momento lo sta spingendo come fosse la panacea di tutti i mali. Ed io sono curioso e sempre più confuso”.
E così sono entrato nell’argomento.
In tale sede posso entrare anche un po’ più nello specifico, dando qualche informazione più tecnica.
L’ozono è un gas instabile formato da 3 atomi di ossigeno.
Il Ministero della Sanità con protocollo del 31 luglio 1996 n° 24482, ha riconosciuto l’utilizzo dell’ozono nel trattamento dell’aria e dell’acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe ed acari.
Oggi come oggi sull’ozono c’è veramente una grande, grandissima confusione, disinformazione, imprecisione.
Un quotidiano nazionale, o meglio un giornalista che lavora per un quotidiano nazionale, ha riportato su un articolo la seguente frase “L’ozono non disinfetta”, semplificando una nota del Ministero della Salute che invece dichiarava che “NON CI SONO EVIDENZE CHE L’OZONO SVOLGA UNA FUNZIONE STERILIZZANTE NEI CONFRONTI DEL NUOVO CORONA VIRUS.”[1]
È evidente che il Ministero non può pronunciarsi su un argomento su cui non sono ancora stati confermati i test di efficacia.
Questo però è ben diverso dal semplificare con l’affermazione “l’Ozono non disinfetta”.
Inoltre, come ho detto prima, la disinfezione è un termine specifico riferito ad un prodotto chimico registrato presso il Ministero della Sanità o con principio attivo equivalente.
L’ozono è un prodotto naturale e, quindi, per definizione non può essere chiamato disinfettante.
Se invece parliamo dell’azione che esplica su un ambiente, qui la situazione cambia.
L’azione dell’ozono è quella di inattivare virus e batteri.
Come funziona?
Un generatore, che deve avere specifiche caratteristiche tecniche, produce ozono in un determinato ambiente che deve essere chiuso.
L’ozono è efficace come inattivatore di virus e batteri, sopra una certa concentrazione e in un certo spazio.
Questo significa che, per esplicare l’azione sopra descritta, è necessario saturare l’ambiente con una certa quantità di ozono (misurata in parti per milione-ppm), e lasciarlo agire in un determinato tempo.
Solo con queste condizioni si ottiene l’azione ossidante che genera il risultato di inattivazione di virus e batteri.
A questo punto, per poter andare avanti, vi faccio fare un passo indietro.
Il cloro ed il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) eliminano virus e batteri attraverso l’azione ossidante.
Quindi è evidente che se il Ministero della Sanità ha riconosciuto il cloro ed il perossido dei validi aiuti contro il covid-19, e questi agiscono per ossidazione, l’ozono che ha un potere ossidante triplo rispetto al cloro, che tipo di azione antibatterica e antivirale avrà?
Il capitolo ozono meriterebbe un intero articolo a parte per la vastità della materia e l’importanza che questo gas riveste per migliorare microbiologicamente gli ambienti.
A questo punto vi pongo semplicemente tre punti a cui porre attenzione:
- Prima si pulisce la superficie da trattare e poi si passa all’azione di eliminazione di virus e batteri. In un ambiente sporco e non pulito ha una efficacia molto ridotta: primo comandamento pulire.
- L’ozono è efficace non solo sulle superfici, ma anche sull’aria, sui tessuti ed all’interno delle fibre di sedili, vestiti, campionari usati e, su tutti quegli angoli nascosti difficilmente raggiungibili da un prodotto chimico.
- La scelta del generatore è molto importante in quanto non tutti gli apparecchi sono sicuri ed affidabili (ricordo che l’ozono è un gas tossico sopra una certa concentrazione e va trattato con alta professionalità).
La pulizia e la sanificazione degli ambienti sono, e saranno, fondamentali per dare sicurezza ed il senso di tranquillità ai clienti che sono stati minati dal COVID-19.
Diventa altresì importante per noi agenti di commercio, che facciamo del rapporto con i nostri clienti la nostra arma vincente, comunicare e far percepire in tutti i modi, con forza e costanza, questa rinnovata attenzione ad un aspetto oggi più che mai fondamentale!
Concludo questo articolo portandovi in figura la parola SICUREZZA, che non può più essere trascurata sia concretamente sia eticamente nella vita quotidiana. Personalmente come professionista e come persona, sento il dovere di fare tutto ciò che è necessario per tutelare me stesso, la mia famiglia ed i miei clienti e sento che ho il dovere, nel mio piccolo, di proteggere la loro salute.
[1] Ministero della Salute, “Covid-19 e fake news: le nuove bufale smentite dal Ministero”, Punto 8, http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=4692
Che ne pensi?